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Fin dal primo momento in cui, come Priore, ho iniziato ad amministrare l'Arciconfraternita della Morte, nel gennaio 2004, una idea fissa mi ha perseguitato: restaurare le Statue di Giulio Cozzoli che, dopo l' intervento del 1981 presentavano ormai necessità assoluta di essere riportate a come il loro Grande Maestro le aveva cromaticamente concepite.
Infatti, soprattutto a seguito dei danni subiti dalle Statue nel corso della processione del Sabato Santo 1971, esse abbisognavano di un urgente intervento di ripristino delle parti danneggiate dall' acqua.
Il lavoro di restauro fu eseguito dopo ben dieci anni, con il risultato che, sarà stato per la non buona qualità dei materiali impiegati, sarà stato per chissà quali alterazioni fotochimiche subite dalla vernice protettiva applicata sulle statue, fatto sta che ben presto ... direi da subito ... l' aspetto ed i colori originari divennero solo un ricordo.
Fu da subito, per me e per i miei amici più cari di sempre, che condividono con me questo quasi esagerato (per alcuni) legame a quelle Sacre Immagini, un motivo di grande dolore ... un cruccio che ci siamo portati avanti per quasi un trentennio.
Infatti le statue erano diventate molto più scure, gli abiti ed i volti erano lucidi, il manto verde della Maddalena era diventato del colore delle persiane che vediamo sui balconi di Molfetta, il rosso vivo del manto di S. Giovanni si era scurito e le lacrime della Pietà, pur appena scure in passato per il naturale invecchiamento, erano diventate quasi un rivolo di sangue.
Ma al di là delle impressioni da noi riportate, voglio citare il grande disappunto del sig. Maurangelo Cozzoli, nipote dell' Autore, del quale era stato aiutante nella realizzazione di alcune Statue; egli infatti, appena le vide dopo quel restauro, inorridito dal risultato, decise di non volerle vedere mai più.
Ogni volta che ho avuto occasione di incontrarlo, mi diceva: "... ma che aspettate ad uscirle sotto un bel diluvio, così la cartapesta si scioglie e quelle statue non esistono più?".
Ciò è sintomatico di come quelle povere Statue erano state trasformate.
Pertanto la mia soddisfazione è stata grandissima quando, subito dopo che le Statue hanno fatto ritorno nella Chiesa del Purgatorio, ho riscontrato il giudizio positivo dello stesso Maurangelo Cozzoli, da me invitato a vederle dopo circa trent' anni.
Maurangelo Cozzoli, entrando nella stanza delle statue, pronunziò queste testuali parole: "per dire se il restauro è riuscito bene, devo vedere prima come è venuto S. Giovanni".
Una volta entrato, senza nemmeno guardare le altre, si soffermò davanti a S. Giovanni, e subito, senza alcuna esitazione, aggiunse: "Ora S. Giovanni è ritornato ad essere così come lo ha fatto lo zio".
A queste parole la mia commozione fu grandissima e mi vennero le lacrime agli occhi, ugualmente come ogni volta che ripenso a quel momento.
Dopo questo grande riconoscimento da parte di chi, più di chiunque altro conosce quelle Statue, poco importano i giudizi passati, presenti e futuri, di quanti non hanno gradito questo restauro, o perchè abituati dalla nascita a vederle in un certo modo o perchè devono preconcettualmente denigrare l' operato della mia Amministrazione dell' Arciconfraternita della Morte.
Non solo ... ma prima di prendere la grande decisione di sottoporre le Statue al restauro, si sono sentite, come si suol dire "diverse campane", vista la delicatezza dell' intervento, sempre con l' approvazione della mia Amministrazione e di don Francesco Gadaleta, Padre Spirituale dell' Arciconfraternita della Morte.
Infatti si stava quasi decidendo di non procedere più in questa impresa, anche per timore del giudizo dei tanti "grandi intenditori di arte esistenti a Molfetta" che, a cose fatte, avrebbero (come poi è successo) "sentenziato" sul lavoro svolto quando, grazie al prof. Gaetano Mongelli, Ordinario di Storia dell' Arte presso l' Università degli Studi di Bari, nonchè mio carissimo e stimatissimo amico, fu presa in considerazione la possibilità di affidare i "nostri tesori" a Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro, restauratori in Andria.
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Si rimanda all' Intervento del Priore, in occasione della Conferenza di presentazione del restauro, il racconto di come si sono poi svolti i fatti.
Voglio stigmatizzare inoltre, non per scrollarmi di dosso qualsiasi responsabilità nel merito, che il restauro è avvenuto con l' approvazione e la rigidissima supervisione (prima, durante e dopo) della Sovrintendenza dei Beni Artistici e Culturali che nulla ha avuto da obiettare sul risultato.
Di seguito è possibile vedere le varie fasi del restauro, per ognuna delle statue, descritto nell' ordine cronologico con cui esse sono state portate presso il laboratorio di Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro.

- IL RESTAURO DI OGNI STATUA:
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1 S. Giovanni
2 S. Maria Cleofe
3 S. Maria Salomè
4 S. Maria Maddalena
5 S. Pietro
6 La Veronica
7 La Pietà
8 Il Cristo Morto
9 L' Addolorata
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* ... e le lacrime della Maddalena
.- CONFRONTO TRA PRIMA E DOPO IL RESTAURO
.- LA CONFERENZA DI PRESENTAZIONE DEL RESTAURO (17 gennaio 2009)
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- Testo a cura del dott. Franco Stanzione.
- Foto a cura di Hobby Foto - Molfetta (il Priore dott. Francesco Stanzione tra i restauratori delle Statue, Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro, in via Roma durante la processione del Sabato Santo 2009).
AVVERTENZA IMPORTANTE

N.B. - Tutte le foto sono proprietà esclusiva dell' autore dott. Franco Stanzione e, per la loro eccezionalità ed unicità, è assolutamente vietato riprodurle, anche citandone la provenienza e lo stesso autore.
I trasgressori saranno perseguiti a norma di legge (Legge del 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni).

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